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Tutto quello che c’è da sapere sull’hojicha

hojicha

Con il termine hojicha, o houjicha (ほうじ茶) ci si riferisce a qualsiasi tè verde giapponese tostato. Tipicamente viene prodotto miscelando foglie di bancha o sencha e ramoscelli (kukicha). Se ne ottiene un aroma complesso, frutto della dolcezza delle foglie e del tostato dei rametti.

Storia dell’Hojicha

Spinta dalla crescita delle esportazioni, tra la fine dell’800 e gli inizi del 900, l’industria del tè giapponese vide una massiccia meccanizzazione. In particolare, vennero introdotte macchine che automatizzavano la raccolta e che selezionavano automaticamente le foglie e i rami di tè. Leggi il nostro articolo per saperne di più sulla storia del tè in Giappone.

La meccanizzazione, tuttavia, portava anche ad un grande spreco di frammenti di steli e foglie che andavano persi. Qualcosa di inaccettabile per gran parte dei coltivatori e produttori dell’epoca.

Fu così che negli anni Venti del Novecento, un commerciante ebbe l’idea di sfruttare anche le foglie e i ramoscelli che precedentemente andavano sprecati tostandoli sul carbone. L’esperimento ebbe un incredibile successo, inizialmente a Kyoto e poi in tutto il Giappone. L’aroma del tè tostato cominciò a rappresentare un irresistibile richiamo per i passanti, e così sempre più commercianti cominciarono a vendere la nuova qualità di tè.

Ancora oggi l’hojicha rappresenta uno dei tè più bevuti in Giappone.

Come si produce l’hojicha

La pianta di tè viene coltivata sotto la diretta luca solare. Mentre i germogli superiori della pianta del tè sono usati per il sencha , le foglie che si trovano più vicine allo stelo sono usate per produrre altri tipi di tè, tra le quali il bancha e, naturalmente, l’hojicha. Si tratta di foglie più grandi e grossolane, che sono meno delicate e difficili da arrotolare come avviene per il sencha.

Dopo essere state cotte a vapore, arrotolate ed essiccate, le foglie passano attraverso un processo di selezione. I germogli più delicati e le foglie più giovani vengono utilizzate per produrre il sencha, mentre le foglie e gli steli più grandi sono usati per il bancha. La parte meno nobile del tè viene tostata ad alte temperature. Durante questo processo le foglie assumono una tonalità brunastra e assumono la caratteristica fragranza sapida. Le alte temperature aiutano anche a ridurre il contenuto di caffeina e tannino delle foglie, rendendo l’hojicha adatto al consumo anche durante le ore serali.

È possibile trovare l’hojicha in foglie, in foglie intrecciate o con una cospicua presenza di rametti (in quel caso si parla di Hojicha Kukicha).

Come si prepara l’hojicha

Il gusto dell’hojicha è molto ricco, con sentori di nocciola. Viene solitamente servito in tazzine abbastanza spesse, che riescano a mantenerlo caldo più a lungo.

Anche se si tratta di un tè mediamente più resistente al calore rispetto ad altri tè verdi, è consigliabile metterlo in infusione ad una temperatura ben al di sotto di quella di ebollizione (circa 90°C).

Di seguito, i passi per ottenere un ottimo hojicha.

  • Riscaldare l’acqua, meglio se filtrata;
  • Riscaldare le tazze versandoci dell’acqua calda;
  • Mettere in infusione 8 g per 250 ml di acqua a 90°C e coprire per mantenere la temperatura costante;
  • Lasciare in infusione dai 30 secondi ai 3 minuti.

Essendo tostato, l’hojicha produce una bevanda leggera e delicata se lasciato in infusione per tempi più brevi, molto più corposa e profonda se lasciato in in infusione più a lungo (ma naturalmente, senza esagerare!).

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