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Kombucha: storia e leggende

preparazione kombucha

Esistono varie storie e leggende sulle origini del Kombucha. Sappiamo per certo che questo tè fermentato esiste da secoli se non da millenni, ma le sue origini si perdono nella notte dei tempi e sono dibattute.

Cos’è il Kombucha?

Come accennato, il kombucha è un tè zuccherato e fermentato. Viene fatto partendo da una base di tè verde o nero, alla quale viene aggiunto lo zucchero e che viene lasciato a fermentare con una coltura batterica e con dei lieviti per qualche settimana. Il processo di fermentazione, trasformando i polifenoli in altri composti organici, aumenta l’acidità del tè donandogli un sapore molto particolare.

Se vuoi saperne di più sugli effetti sulla salute di questi composti, leggi il nostro articolo sugli effetti del Kombucha sulla salute.

Le origini del Kombucha

Secondo una delle teorie più accreditate, il Kombucha fu preparato per la prima volta durante la dinastia Qin (220 aC) per l’imperatore Qinshi Huangdi.

Inizialmente, questa bevanda era probabilmente un prodotto della medicina tradizionale cinese considerato un elisir di lunga vita. Questo spiegherebbe il fatto che il tè fosse chiamato “Tè dell’immortalità“.

Sembra che ancora durante la Rivoluzione Culturale, la bevanda fosse molto comune nelle famiglie cinesi, mentre la popolarità e la diffusione del Kombucha sono calate molto nella Cina moderna.

Secondo un’altra teoria, invece, il tè fu portato all’imperatore giapponese Inyoko nel 414 d.C. da un medico coreano, il dott. Kombu. Sembra infatti che i samurai portassero sempre del Kombucha con loro in quanto la bevanda avrebbe dato loro energia in battaglia. La teoria è in alcuni punti probabilmente fantasiosa ma comunque affascinante.

Alcuni storici, inoltre, ritengono che l’esercito di Gengis Khan fosse solito portare nelle fiasche una bevanda fermentata mescolata con aceto. L’immensità delle conquiste dell’esercito mongolo giustificherebbe la diffusione della bevanda.

Quello che sappiamo sulla diffusione del Kombucha

Nonostante le incertezze sulle origini della bevanda, sappiamo per certo che il Kombucha ha viaggiato sulla Via della Seta arrivando in Russia e poi in tutta Europa.

Ci sono testimonianze certe della grande popolarità del Kombucha in Ucraina e in Russia risalenti al XIX secolo. La coltura del Kombucha è conosciuta in Russia come чайный гриб (chayniy grib – “fungo del tè”) e la bevanda è chiamata гриб ( grib – “fungo”), o квас (kvass), pur essendo la bevanda russa fermentata solo con lievito e non con la coltura batterica.

Dalla Russia, il Kombucha si è diffuso prima in Germania, e, dopo la Prima guerra mondiale, in tutta Europa, portata probabilmente dai prigionieri tedeschi e russi.

Il prodotto ha conosciuto una grande popolarità fino alla Seconda guerra mondiale, quando tutte i Paesi europei razionarono lo zucchero e il tè, rendendoli quasi introvabili per le persone comuni. Il prodotto ha cominciato a diffondersi nuovamente nell’Europa orientale e ha vissuto di discreta popolarità tra le élite culturali ed economiche di vari Paesi europei, tra i quali l’Italia.

Quasi dimenticato per decenni, il Kombucha è di nuovo diventato molto popolare agli inizi degli anni Duemila, grazie alla sua improvvisa diffusione in Australia e negli Stati Uniti.

Questo ha portato ad una diffusione globale della bevanda e al relativo fiorire di teorie (finora mai verificate) che da un lato ne lodano le proprietà benefiche, dall’altro mettono in guardia sugli effetti negativi che il Kombucha avrebbe sulla salute.

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